Rinuncereste ad un po' di privacy per la vostra sicurezza?

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  1. Hyè2o
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    Lo ha suggerito Alfano su Sky oggi, voi la pensate come lui o preferireste correre il pericolo?
     
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    Non ricordo se fu Benjamin Franklin a dire che se un uomo rinuncia alla sua libertà (e quindi anche alla privacy) per la sicurezza, ha già perso tutto.

    Non so bene a cosa volesse riferirsi Alfano, ma se attuano misure per il controllo, una volta superata la minaccia, non si tornerà più indietro. Già siamo supermegacontrollati. Dare completa carta bianca perché tutti sappiano tutto quello che facciamo in ogni secondo della vita, è antitesi alla stessa vita.

    Ma temo che la maggior parte rinuncerebbe volentieri alla privacy.
     
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  3. Hyè2o
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    Riguardo i controlli, non so se intercettazioni ma più verosimilmente se il poliziotto in stazione mi dice di fargli vedere cos'ho nello zaino e se mi fa fare tardi, devo capire che lo fa per la sicurezza di tutti.
     
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    E un giorno si ripresenterà il seguente quesito: "siete disposti a rinunciare alla vostra incolumità per scendere in strada e riottenere il diritto alla privacy che i vostri nonni hanno venduto credendo di trovarsi in un romanzo di Orwell?"
     
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  5. FedeH«
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    no.
     
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  6. Hyè2o
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    CITAZIONE (kado' @ 22/11/2015, 22:44) 
    E un giorno si ripresenterà il seguente quesito: "siete disposti a rinunciare alla vostra incolumità per scendere in strada e riottenere il diritto alla privacy che i vostri nonni hanno venduto credendo di trovarsi in un romanzo di Orwell?"

    E dopo ancora scenderemo in piazza perché saremo senza privacy e senza sicurezza.
     
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    Quale privacy?

    Non so, io ho già litigato spesso con amici su questo argomento. Secondo me dal momento in cui una persona decide di usare internet, ma anche solo di possedere un cellulare, rinuncia quasi del tutto alla propria privacy. Per non parlare dell'avvento di facebook in seguito al quale la gente FORNISCE di propria spontanea volontà una mole di informazioni su di sé a dir poco spaventosa. Quindi chi poi si indigna perché sente che la propria privacy è stata violata mi lascia sempre interdetto.

    Quindi, in sostanza, secondo me già la privacy non c'è quasi più, se vogliamo sfruttare tale rinuncia (già avvenuta) per ottenerne qualche vantaggio dal punto di vista sicurezza, bene. Poi personalmente io non ho nulla da nascondere, non è che mi possa far piacere che le informazioni su di me vengano rese pubbliche, ma se queste vengono utilizzate dalle forze dell'ordine per garantire la sicurezza di tutti non ci vedo nulla di male. Il punto è che tutti pensano solo a 1984, per carità, è una possibilità, ma non capisco perché debba essere l'unica evoluzione possibile. D'altronde al momento penso che a livello di lavaggi del cervello da parte dei mass media siamo messi molto male, solo che conserviamo una parvenza di libero arbitrio, ufficializzare certe cose non potrebbe che consentire alla gente di aprire gli occhi.
     
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  8. Lullah
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    Io penso che potrei, poiché non ho nulla da nascondere, poiché non temo il giudizio. :sisi: :sisi:
    Tempo fa ho scoperto che il mio telefono tramite google+ registrava i posti in cui andavo: la cosa mi ha fatto molta paura. Tutti, tramite questa impostazione, avrebbero potuto trovarmi, uccidermi e rubare i miei miliardi. Tsk.
    Ho riflettuto: la polizia entra in possesso del mio telefono nel giorno in cui hanno ucciso la mia coinquilina, certo posso falsare i dati, ma se non sono stata io posso provare a dimostrarlo. «Vede? Ero al cinema!» :patpat:

    (ho levato l'impostazione perché mi scaricava il telefono, però la trovo UTILE)

    Le telecamere ad ogni angolo di strada mi fanno sentire al sicuro, lo ammetto. Non sono io che vado a rubare, quindi non sono mie nemiche. Un cip nel cervello beh.. quello un po' mi spaventa. Io aumenterei le telecamere :Mwhaha:



    Essere monitorati, controllati, è davvero un "toglierci la libertà" ? O forse ci rende liberi di uscire alle tre del mattino per fare una passeggiata? Indossare gonne corte senza paura di essere stuprate?
    Io sono libera di essere una persona civile, di non gettare per terra la spazzatura, poiché sono monitorata, mica mi levi la libertà a non farmelo fare..
    Io sì, credo di poterlo fare, ma temo che accettando le norme senza leggere a fondo (come si fa sull'internet), finirebbero a rubarci tutto, non solo per la nostra privacy/sicurezza, ma per il modo in cui pensiamo, in cui agiamo.
    Purtroppo è difficile capire dove finisce la sicurezza ed inizia il controllo.
     
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    Mi cito:
    CITAZIONE (sigfried @ 22/11/2015, 22:04) 
    Già siamo supermegacontrollati.

    Quindi abso, sono perfettamente d'accordo su quello che dici nella prima parte. E penso che qualunque persona dotata di un minimo di senno, a prescindere dalle implicazioni che ne trarrebbe, considera questo un dato di fatto incontrovertibile.

    Meno d'accordo, se non diametralmente all'opposto, la penso sul resto.
    Non si tratta di aver qualcosa da nascondere. Si tratta di pudore. Riservatezza. Oltre a temere ripercussioni. Oggi mi controllano per la mia sicurezza, ma svanita la minaccia resterà il controllo che potrà essere usato per qualsiasi motivo.
    E perché il controllo resti una preposizione sensata ha bisogno di un'opposizione, che se non c'è dovrà essere inventata, creando così un circolo vizioso in un rapporto di necessità reciproca che stritolerà il singolo cittadino.
    Il libero arbitrio non esiste, non è mai esistito in nessuna società, e neanche nella bibbia. Il libero arbitrio è una deliziosa menzogna che serve a chi controlla per poter giudicare le tue azioni: sei libero di fare quello che vuoi, ma se vai contro le regole paghi il castigo previsto, e la società ritiene questo giusto permettendo agli organi di controllo di governare. Se non ci fosse il libero arbitrio, e le tue scelte sono obbligate, la punizione non può essere applicata o verrebbe vista come un sopruso, e la società si ribellerebbe e chi governa cadrebbe.

    Una considerazione su 1984.
    La società del romanzo di Orwell è una società in cui le emozioni e la felicità personale sono soppresse. Il passato non esiste e viene cambiato per gli scopi del presente. E tutti sono soggetti a un controllo rigido.
    Ma il mondo non sta andando in questa direzione. Il mondo che conosciamo è più simile a Brave New World di Aldous Huxley, dove il controllo della società è dato dall'eterno sballo. Dall'appagamento dei sensi e del piacere prima di ogni altra cosa.

    In conclusione: non credo che l'ufficializzazione di certe cose permetta alla gente di aprire gli occhi. Basta vedere l'uso stupido che se ne fa di facebook.
    E non credo che un maggiore controllo sia sinonimo di maggiore protezione e men che mai sicurezza. Si inventeranno altri modi per aggirare l'ostacolo con il solo risultato di trasformare il cittadino perbene in un animale in uno zoo senza la dignità di poter fare una cacata senza che tutto il mondo sappia se era dura, sciolta, e se gli ha fatto male mentre usciva.
    Ma soprattutto, ci sono altri millemila modi per poter rendere la nostra società sicura senza ricorrere a spie ovunque.
     
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    Alt er Tabt

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    Ma sul pudore e la riservatezza siamo d'accordo. Non penso che le informazioni su una persona debbano essere rese pubbliche e accessibili a tutti. Se no vale il discorso di Lullah (su google plus che registra tutti i posti in cui va). Deve essere una cosa che possa essere monitorata dalle forze dell'ordine sia per salvaguardare la sicurezza della persona (se vieni rapito e risulta il tragitto che hai fatto ti aiutano con più facilità) sia degli altri (se sei un delinquente e compi un reato possono sapere dove eri e con chi). Anche in 1984 non è che tutti sapevano ogni cosa di tutti gli altri, lo sapeva solo il "Grande Fratello". Quindi il discorso pudore/riservatezza per me è relativo. Posso, semmai, capire il discorso "chi controlla i controllori" (tanto per citare Giovenale) (che poi non ricordavo fosse lui, l'ho cercato su internet, ma volevo darmi un certo tono, ero indeciso se metterla in latino ma forse era troppo).

    Sul libero arbitrio dipende, è un concetto molto complesso e deriva principalmente da ambito religioso, io l'ho usato impropriamente, ma visto che molti spesso difendono la privacy collegandola al fatto che poi gli verrebbe negata la capacità di decidere autonomamente mi sembrava giusto inserirlo nel discorso.

    Non so se ci sono metodi più efficaci, ma visto che al momento la privacy è già stata invasa, perché non sfruttare la cosa a vantaggio della sicurezza? Secondo me è un metodo valido, se poi se ne troveranno di migliori meglio, ma al momento la vedo una soluzione ottimale.
     
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  11. Jesus 'SnaKe SuperPuppy
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    Se ci fossero istituzioni più serie (sì, parlo del sistema giudiziario e della sua applicazione), sarei propensa a rinunciare ad un altro po' della mia privacy. Questo non succede, quindi trovo anche abbastanza inutile discuterne, visto che ci facciamo osservare e manipolare già ora. (Poi argomento meglio, che ora sono in treno e sto tremando dal freddo. Pregate per la mia salute)

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    In realtà il nostro discorso è molto teorico, non sapendo che tipo di misure si vogliono attuare. E quindi più che altro, io facevo riferimento ad una questione di principio. Basandomi su alcune idee passate che trovavo aberranti, come la scatola nera alle auto che segnalava la tua posizione in ogni singolo istante, e il tracciamento dei contanti con il fine (poco) celato di arrivare alla sola moneta elettronica, o ancora, al numero eccessivo di telecamere e la nostra vita registrata minuto per minuto da pc e cellulari.

    Sulle possibili alternative al controllo, io credo che la migliore sia la cultura in ogni sua forma, coadiuvata ad una politica il cui obiettivo sia l'equità sociale. Ma questo implicherebbe uno stravolgimento dell'attuale concezione, con la gente che deve smettere di pensare al suo orticello, e gente che pur di tenersi la poltrona accetta o promuove ogni genere di porcata.
     
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  14. CloseYourHeart
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    Intanto togliamo Alfano dal Viminale, poi possiamo parlarne :asd:
     
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  15. Hyè2o
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