Sense8

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  1. Jesus 'SnaKe SuperSpy
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    ah beh :asd: quello è il peggior episodio, la prima volta lo abbandonai dopo mezzora
     
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  2. Bubi ™
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    l'episodio 1 si è stufato di ricevere tutte queste critiche

    tumblr_mzkkuuGHiq1tom0qio1_500

    dovrei già uccidere Ale per via di Daredevil, perciò non fa molta differenza :D
     
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  3. Hyè2o
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    Ci stanno speranze allora...
     
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  4. alex7784
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    Eccomi qui a rispondere ad un determinato utente su perchè Sense8 è una figata. Cercherò di non spoilerare nulla.

    Bisogna fare la premessa che Sense8 non è una serietv canonica, in quanto trasmessa da Netflix che rilascia tutte le puntate in una botta. Non sono puntate, ma un unico film che dura una stagione.

    I fratelli Wachowski son famosi ormai per buttare in due ore di film tutto quello che gli passa per la testa. Spesso la cosa non funziona. Ma qui ci troviamo davanti ad un film di 10 ore e hanno avuto modo di sfogare il loro genio.
    In sense8 puoi trovare la love story, l'azione, il dramma, la commedia, Bollywood, il mistero ecc..

    Le prime due puntate le passi in apnea capendo molto poco. Ma pian piano ti trovi dentro la storia e nella 4 puntata ti alzi in piedi sul divano per una scena da standing ovation.
    Se a questo punto non ti ha preso. Smetti pure di seguirla. Anzi di seguirle. Tutte le serietv esistenti. Datti al grande fratello.

    Sense8 abbatte ogni pregiudizio. Siamo tutti uguali. Bianchi, neri, omo, etero, trans, uomo, donna. E fa questo molto poeticamente. A prescindere dalle differenze che possiamo avere, tutti possiamo stringere relazioni profondissime con chiunque.

    Tutti noi abbiamo scheletri nell'armadio. Li teniamo nascosti, a volte indossiamo delle maschere. Solo quando abbiamo una profonda connessione con qualcuno ce ne liberiamo confidandole.
    Come i nostri protagonisti presi dalle loro vite, coi loro problemi. Ma una volta connessi si sentono più leggeri.
    Condividere i propri problemi te li fa vedere da una giusta prospettiva. Vedi una via d'uscita.

    Sense8 emoziona.

    Anche livello tecnico Sense8 è azzeccatissimo. E' una serietv corale alla Lost. Non c'è un unico protagonista. Il difficile sta quindi nel renderli tutti credibili affinchè lo spettatore possa immedesimarsi.
    Generalmente le serie sono ambiantate in un determinato luogo, qui il luogo è la Terra. Si passa da un continente all'altro risultando sempre credibilissimo.
    Registicamente impeccabili, con un'ottima fotografia.
    Colonna sonora meravigliosa.
    Gli attori (alcuni semisconosciuti) fanno davvero una bella figura. Su tutti Angel Silvestre e Truppence Middleton.
    E la parte da svolgere non è semplice, perchè una volta connessi devono far capire a noi spettatori che qualcosa è cambiato.
     
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  5. Hyè2o
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    Io sono alla 2.
     
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    Visto che l’hai presa come una sfida, ti rispondo, e in pieno rispetto al nome del sito, cercherò di fare una recensione, e spiegare quali parametri uso per dare un giudizio.

    Perché dire mi emoziona, mi commuove, parla di buoni sentimenti, combatte il pregiudizio, e altre perifrasi simili, non ha un valore qualificante ma è, al limite, un pensiero personale unicamente soggettivo e che non si sostituisce mai ad una critica oggettiva. Specialmente se a tali perifrasi non si accosta il modo tecnico con cui detti aspetti vengono evidenziati; e se non si dice come tali aspetti vengono esposti e se lo si faccia in un modo originale o meno.

    Pertanto: che cos’è una storia? E come la si racconta?
    Una storia, è un racconto narrato, e che essa sia un film, un romanzo, una novella, o una serie tv, deve rispondere a delle regole implicite che nel corso dei secoli si sono radicate all’interno stesso della storia, tramite un procedimento di perfezionamento e selezione naturale: ciò che funzionava veniva tramandato, il resto scartato.

    Ovviamente tali regole sono state codificate (ma non inventate) nel corso dei secoli da filosofi, filologi e scrittori. Uno dei primi fu Aristotele. Campbell comparando i vari miti e leggende scoprì che tutti avevano in comune una struttura similare, e per questo chiamò il suo saggio L’eroe dai mille volti. Ma sono innumerevoli gli autori che hanno disquisito della materia.

    In sintesi, una storia ha sempre questo schema: un inizio, un centro, e una fine. Il rapporto tra le parti è 1/8, 5/8 2/8. Naturalmente è indicativo, sta all’autore giocare con le percentuali. E non è detto che le parti abbiano sempre quest’ordine. Molti sono i romanzi e film che iniziano dalla fine. Tuttavia le tre parti ci sono sempre. Anche nel periodo delle avanguardie, le tre parti c’erano comunque, benché gli uccisori del chiaro di Luna teorizzassero una storia senza trama. Il loro era un gioco bugiardo, che tant’è, appena scoperto il trucco sono spariti, la storia con il suo schema è rimasta. E quindi abbiamo:

    Nell’inizio il protagonista che riceve, per dirla alla Vogler, una chiamata che lo strappa al suo mondo normale. O comunque per dirla in modo più prosaico: succede qualcosa.
    Nel centro si hanno delle prove sempre più grandi e difficili, con vittorie e sconfitte.
    Nel finale c’è la scena archetipica della lotta contro l’antagonista, preceduto dal climax, e da un punto in cui, il protagonista, ricorda le prove, e chiama a sé tutto l’insegnamento imparato nel corso della storia per avere ragione del nemico.

    Parallelamente alla trama, il protagonista fa un viaggio interiore di crescita (o decrescita). Anche questo viaggio ha tre tappe: un inizio con l’evento scaturente, un centro con battaglie, e un finale che spesso si ricongiunge al finale della trama.

    Bene. Tutte le storie, seguono questa schema.

    All’interno delle storie, troviamo poi gli archetipi. L’archetipo è una figura originale che genera copie, e nel quale tutti si possono immedesimare. C’è archetipo dell’eroe, del guerriero, dell’esploratore, del ladro, del mago, del mentore, del ribelle, et similia.
    L’archetipo è diverso dallo stereotipo; quest’ultimo altro non è che un personaggio monodimensionale che riflette i pregiudizi aprioristici sulle cose.

    L’archetipo è definito dall’indole, dalle azioni, dal modo in cui affronta i problemi. Lo stereotipo è definito da caratteristiche esteriori al personaggio.

    L’archetipo ha carattere di metafora. Lo stereotipo è un luogo comune.

    Odisseo è l’archetipo dell’uomo furbo. Il napoletano che ti scambia la radio col mattone è lo stereotipo.

    Bene: sulla base di ciò, ora passo alla critica di sense8. Che metterò sotto spoiler.

    La trama.

    La trama non esiste. È meglio dirlo subito. Davvero, non c’è. Ma se mi puntate un fucile alla testa, direi che la trama è questa: i sense8 sono una razza umana parallela all'uomo. Si attivano sempre in 8, quando muore un tizio, e si connettono telepaticamente scambiandosi le identità, esperienze, e abilità. C'è un'organizzazione segreta nascosta dietro una multinazionale, che li vuole ammazzare.
    Originalità è complessità della trama.
    L’idea di base, della differenza nel dna casuale che produce un salto evolutivo l’hanno copiata dalla Marvel. Che a sua volta aveva preso l’idea da Jacques Monod, biologo, premio Nobel.


    Intreccio ed evoluzione della trama.

    L’intreccio, che non è sinonimo di trama, è il modo in cui viene raccontata la storia. L’intreccio è lineare, qualità che apprezzo in una trama dove il punto di vista cambia per via dei numerosi personaggi, e almeno non compromette troppo la difficoltà di comprensione. L’evoluzione della trama è pari a zero. I registi hanno preferito concentrarsi sulle numerose storie personali dei protagonisti.
    Storie dei protagonisti, protagonisti, e originalità degli stessi.
    Come la storia principale, così anche i protagonisti per essere raccontati in maniera credibile, devono rispondere ai tre tempi della narrazione. Entrata in scena, sviluppo, conclusione. Da questo punto di vista ci siamo. I problemi vengono quando analizziamo i personaggi nello specifico e cerchiamo di capire se sono degli archetipi, o degli stereotipi.


    I personaggi.
    Non li elencherò tutti, perché sennò facciamo notte.

    Capheus, autista di Nairobi che ha come mito Van Damme. Sogna di essere una gazzella, ride sempre, ha una mamma malata di aids (chiaro, siamo in Africa), guida un pullman alla Io sto con gli ippopotami. E in una città dove tutti, ma proprio tutti, vanno in giro con machete e AK 47, lui li fa a pezzettini con le mani, o meglio, la coreana che si impossessa di lui, li fa a pezzettini con le mani, per portare le medicine a mammà. Idea originale? Solo se non si conosce il mito del Buon Selvaggio (qui banalizzato da morire) e non si ha mai visto un film Disney. Prima della fine canterà hakuna matata, c’è da scommettere.

    Nomi. La trans del gruppo. Hacker geniale così geniale che da ragazzina è entrate nel pentagono (maddai?) Ha una relazione con una lesbica, che la protegge e lei piange commossa ogni due minuti, tranne quando scopa. Viene da una famiglia ricca e bigotta (maddai?). Da adolescente subiva bullismo (maddai?). Ha un amico hacker che sembra un barbone ma ha attrezzature che James Bond si sogna (maddai?). è una blogger, perché con la vita di merda che ha avuto era ovvio che dovesse difendere le minoranze. Originale come dire arbitro cornuto in una partita di calcio.

    Will. Il poliziotto del gruppo, l’uomo della legge. Figlio di una leggenda della polizia (ma davvero? Non avevo mai visto una cosa del genere, tranne in… L.A. Confidential, Scuola di polizia, tutti i noir americani, una decina di film italiani, svariate serie, nei romanzi di Leonard). Da ragazzino era mezzo criminale come Tomàs Miliàn nelle vesti di Nico Giraldi. Stereotipo o archetipo? C’è bisogno di chiederlo?
    Lito. L’attore bello e amato da tutte le donne del mondo, ma gay, che ha paura a fare outing perché teme ripercussioni sulla carriera. O piange, o scopa. Spesso insieme.

    Sun. La coreana dura e figlia di un miliardario che preferisce il figlio maschio. Lei tutta d’un pezzo, diligente e obbediente, il fratello puttaniere e spendaccione e idiota che ruba senza saper manco rubare. Espertissima di arti marziali tanto che combatte contro gli uomini, sennò non sarebbe una cazzata gigante, si sacrifica per il bene della famiglia, prendendosi le colpe del fratello, e finendo in galera, allora il padre si ricorda che lei è brava e buona, e la vuole fare uscire, ma il fratello uccide il padre. No, dico, c’è pure da commentare? Ah, chicca: il maestro di Sun è la copia sputata del maestro di Franco Franchi, nel film: Ku-fu? Dalla Sicilia con furore.

    Va beh, la smetto, le altre storie sono ancora più retoriche e banali. Giuro.


    Filosofia di base e tematiche.

    Eh?

    Ah, va beh, sì, come è noto i fratelli ctrl+ prendono tutto ciò che gli capita nelle mani, lo modificano un po’, e lo spacciano come idea originale. Oltre al già citato mito del Buon Selvaggio, dove viene stuprato Rousseau, innumerevoli sono le ruberie (che qualcuno potrebbe chiamare citazioni sigh sigh) da Nietzsche (quando guardi il ghetto è il ghetto che guarda in te, in originale era: quando guardi nell’abisso è l’abisso che guarda in te), Malthus (che da Matrix in poi, lo citano ad minchiam anche per pisciare); Carlyle; Putnam; e altre decine e decine di citazioni implementate in un’impalcatura new age.
    La seria lancia un messaggio ugualitario dove gli uomini, a prescindere da sesso, razza, nazionalità, e orientamento sessuale godono di pari dignità?
    Nah. È solo un’accozzaglia di stereotipi per raccogliere più spettatori possibili. Anche le scene di sesso, alcune totalmente inutili e decontestualizzate, sono lì solo per il gusto dello spettatore. In fondo, già Froom in Essere e Avere ci metteva in guardia dalle pubblicità che ci stordiscono con il sesso. Poi se uno ci può vedere un messaggio sociale in un cazzo che pendula, uno sdoganamento dall’iconografia imperante delle tette… chi sono io per contestarlo?

    Credibilità dell’opera.

    Coleridge, parlava di sospensione dell’incredulità davanti a un testo narrativo (uso narrativo in senso lato, va bene anche per film e serie tv, che ai tempi di Coleridge non c’erano) da parte del lettore, per cui accettava, all’interno della finzione, qualsiasi cosa come vera. Solo in quest’ottica, il lupo parlante in Cappuccetto Rosso poteva essere accettato da un lettore. Fatta ‘sta premessa, accetto tranquillamente l’idea di una razza parallela a quella umana in grado non solo della telepatia ma anche di scambiare anima ed esperienze, ma non accetto che in un mondo costruito in maniera verosimile, si tiri fuori il bazooka come Wile il Coyote, e non accetto che nelle sparatorie e combattimenti si facciano avanti uno alla volta come nei film di Bruce Lee, che nessuno spari un colpo, e che la maggior parte delle situazioni vengano salvate da un deus ex machina. O che i personaggi, specialmente quelli secondari, agiscano in maniera così idiota da sembrare una parodia riuscita male.

    Aspetto tecnico.

    Così come nella trama principale, anche le scene rispondono allo stessa regola dei tre tempi di narrazione. Da questo punto di vista, la regia è ineccepibile. Le storie sono raccontate come si deve. I cliffhanger, che spezzano le varie storie, sono sapientemente usati per trascinare lo spettatore fino alla fine della puntata, e poi alla puntata successiva. Per la stessa ragione, a differenza di molti, trovo la prima puntata ben fatta. Perché introduce una storia, che vuole essere (in teoria) complicata e corale, in maniera corretta, senza dirci troppo, senza aspettare troppo. Il problema viene dopo, quando la trama non evolve, e i personaggi non reggono l’idea. Chiarisco, gli attori sono bravissimi, è la caratterizzazione che fa cacare.

    Giudizio finale

    La serie si fa guardare, e questo è un pregio. Ma è stupida, per come tratta i temi, e per la pretenziosità vuota e fine a sé stessa. Può piacere, e a molti piace, ma da un punto di vista artistico, per le ragioni oggettive e probanti di cui sopra, è una cagata pazzesca, come disse un tale.


    Ps. Non vedo l’ora che facciano la terza serie di the 100. Lì sì che c’erano dei personaggi costruiti come Dio comanda.

    E mo mi vado a 'mbriacare.
     
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    Tutto questo dibattere m'incuriosisce.
    Non so a chi credere, quindi sono indecisa se iniziarla o meno.
     
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  8. alex7784
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    Inanzitutto hai un senso dell'humor pari a zero. La sfida la vedi solo te. Fattela una risata.
    Mai parlato di serie originale.

    Allora anche Matrix è una cagata pazzesca perchè di originale ha ben poco (anzi, nulla). O come altri milioni di spettacoli.

    Possiamo fare un post come il tuo anche su Lost. O Breaking Bad.

    Probabilmente tu sei un purista e ti fa male veder citazioni colte accostate a qualcosa di più frivolo (come ad esempio Lionheart)

    La trama c'è ed è molto semplice. Gli autori hanno voluto concentrarsi sulla caratterizzazione dei personaggi. Tutta la stagione si focalizza su questo. E' una serie lenta.
     
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    Nono, ma iniziala figurati.
    Come ho detto implicitamente, e come sostengo sempre, un conto è un giudizio critico sul valore dell'opera in base ai parametri fissati dalla storia dell'opera, un altro è il giudizio basato sul gusto.
    Ohi, a me piace Rocky IV una delle più grandi boiate cinematografiche di tutti i tempi. XD
    E poi c'è la Korea XD

    Mo vado a 'mbriacarmi sul serio.

    Ti rispondo meglio da ubriaco alex, ma una precisazione: non sono mai stato serio in vita mia! è lo stile della mia scrittura che mi fa sembrare più serio di quello che sembro. (il termine sfida era solo per fare audience, che da un po' sito languida, null'altro).
     
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  10. alex7784
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    CITAZIONE (sigfried @ 25/8/2015, 18:46) 
    Giudizio finale

    La serie si fa guardare, e questo è un pregio. Ma è stupida, per come tratta i temi, e per la pretenziosità vuota e fine a sé stessa. Può piacere, e a molti piace, ma da un punto di vista artistico, per le ragioni oggettive e probanti di cui sopra, è una cagata pazzesca, come disse un tale.


    Ps. Non vedo l’ora che facciano la terza serie di the 100. Lì sì che c’erano dei personaggi costruiti come Dio comanda.

    E mo mi vado a 'mbriacare.

    Le ragioni oggettive le vedi solo tu. Perchè alla fin fine hai solo detto che la trama è la pecca della serie. E quella può piacere o non piacere.
    Poi la parola "artistico" insieme a "ragioni oggettive" nella stessa frase non si può proprio vedere eh
    L'arte di oggettivo non ha nulla.
     
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  11. Hyè2o
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    Quante discussioni sul fatto che ho visto la seconda puntata!
     
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    Comunque io non sono ancora convinta.
    Tutti e due avete espresso delle opinioni, ma non avete detto perché uno dovrebbe guardarlo o meno.
    :/
    Convincetemi. In un senso o nell'altro xD
     
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  13. Jesus 'SnaKe SuperSpy
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    CITAZIONE (~ Josephine @ 25/8/2015, 18:57) 
    Non so a chi credere

    :grrr:
     
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    Didòmio, tu non mi hai proprio nemmeno proposto la cosa D:
    Non hai speso un minuto per convincermi a seguire la serie T_T
     
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  15. Jesus 'SnaKe SuperSpy
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    CITAZIONE (~ Josephine @ 25/8/2015, 19:53) 
    Didòmio, tu non mi hai proprio nemmeno proposto la cosa D:
    Non hai speso un minuto per convincermi a seguire la serie T_T

    ma cosa c'è da convincere XD
    io ho aperto il topic e qualche parola di commento l'ho spesa (forse anche molto a caldo), ma il post di alex l'ho trovato azzeccatissimo oltre che più corposo...cosa c'è che non ti convince? o cos'è che cerchi in una serie in generale? come fa uno a sapere se può piacerti o meno? D:
    per quanto riguarda sig, la sua critica la vedo oltremodo esagerata dato che poi arriva pure ad apprezzarne oggettivamente certi punti (come il comparto tecnico), ma secondo me c'ha una sorta di problema e pregiudizio nei confronti degli autori
     
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172 replies since 2/8/2015, 17:37   1951 views
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