Parolacce d'Italia

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    Questa sezione vuol essere al tempo stesso opera di divulgazione culturale (ehm ehm) e divertissement. Perché le parolacce – è un assioma in sociologia – sono le prime parole che i bambini imparano in modo autonomo; così come gli stranieri. Persino i calciatori le conoscono in ogni lingua e dialetto. Ed anche se non si sa la traduzione specifica del lemma, chiunque ne intuisce il senso. E posso affermare senza tema di smentita che è la parolaccia la pietra angolare su cui si fonda il Linguaggio (altro che la teoria di Rousseau). Ho in mente questa scena archetipica che chiarisce bene la mia tesi:

    Cacciatore dell’età della pietra avanza con passo strascicato con la clava e bistecca di mammut. Gli si avvicina perdigiorno dell’età della pietra che non ha fatto un cazzo tutto il dì e indica la bistecca con chiara pretesa di rivendicarne un pezzo. Cacciatore dell’età della pietra, che mai ha espresso un solo fonema, ma solo versi gutturali, pronuncia con voce limpida e cristallina: il cazzo. Perdigiorno dell’età della pietra sorpreso e consapevole indurisce il grugno, accentua il prognatismo e risponde: vaffanculo. Tu e tua sorella: chiude il cacciatore dell’età della pietra.



    Penso sia stato pressappoco questo il primo dialogo della storia.

    Pertanto chiedo un po’ a tutti di portare la propria esperienza sulle parolacce tipiche della vostra zona. Raccontandone l’origine. Spiegando la traduzione letterale e quella semantica e le varie accezioni di senso. Va benissimo anche qualche frase idiomatica. O insulto particolarmente barocco e specifico.

    Io inizierò con la parola trimone.




    TRIMONE: è la più bella parolaccia di tutto l’universo. La traduzione letteraria è sega, intesa come masturbazione maschile. Ma è una trasposizione che non rende giustizia. L’accezione è una sottile metafora. Paragona il soggetto che subisce l’insulto all’inutilità di una sega. L’equazione non scritta: tu stai ad un uomo come una sega sta a un rapporto sessuale. Ma non finisce qui. Trimone ha anche un valore universale. Racchiude in un solo significante, i significati di: coglione, pirla, idiota, scemo, ingenuo, sciocco, credulone, fallito, imbecille, e altre mille, il tutto relegando il soggetto a cui si attacca l’attributo all’ultimo scalino di un’ipotetica scala di insulti; anzi, è il suolo su cui poggia la scala. Trimone ha una soave musicalità in italiano, ma se pronunciata in dialetto è addirittura eufonica. Ascoltate: trmaun. Che però va letta: Trrrrrr, un treno lanciato a tutto velocità in una gola di montagna. E maaaaaun, un’esplosione atomica. Con un energia da cento milioni di megatoni, e un’onda d’urto che sposta i continenti, sovverte il piano dell’eclittica, e raggiunge le Pleiadi, e causa l'allontanamento delle galassie. Infine, secondo alcuni genetisti, nel dna di alcuni individui, autoctoni ed endemici della Murgia Barese, è inscritta la sequenza T.R.I.M.O.N.E. Che dà al soggetto le caratteristiche di cui sopra. Si tratta di un'anomalia spesso ereditaria, non mortale purtroppo, non sempre almeno, ma che causa tanto dolore a sé stessi e agli altri, e da cui non si guarisce. Esiste anche una variante "forestiere", spesso confusa con altre parole. Ma se prendete, che ne so, Renzo Bossi, anche un individuo venuto da un pianeta di Alcor, stella gemella di Mizar, Orsa Maggiore, non può che dire: "ma coss j propri trmaun!"
     
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  2. SuicideLullaby
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    sig, si proprj nu trmaun.
     
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1 replies since 18/3/2015, 15:36   54 views
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