#StopBombingGaza

#StayHuman

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  1. ennedineve
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    CITAZIONE (anK @ 15/7/2014, 12:13) 
    Storicamente parlando, appena può, una vittima, diventa carnefice. Per affermare (a se stesso) di non essere più vittima. Vale nei macrosistemi come nei microsistemi (si vedano i soprusi domestici).

    Homo homini lupus.

    Credo valga più nei macrosistemi che nei micro (conosco molte persone vittime di violenza che non sono mai diventate carnefici, se non talvolta di se stesse), perché il gruppo ha sempre una funzione de-responsibilizzante.
    Ma il fatto che siano diventati carnefici gli (una parte di) ebrei, che più di ogni altro hanno una cultura di non aggressione e, anzi, di sopportazione e pazienza, mi toglie ogni speranza.
     
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    Il fatto è che la natura dell'essere e il sentimento di solidaria comprensione sono entrambi seguiti (o talvolta sostituiti) dall'attributo "umano".
    E se si accosta il verbo "stay", restare, antropologicamente e storicamente, è ovviamente il primo dei due concetti quello che risulta più calzante.

    Trovo decisamente umano generalizzare tra palestinesi anti-semiti e non fondamentalisti, o tra israeliani neosionisti e non: non si trova il tempo di guardare al diverso (e distinguere amici-nemici-indifferenti) quando devi proteggere la famiglia dalla tua stessa abitazione -prossima al collasso.
    Così come dovrebbe essere umana la contraddizione nel credere in una giustizia divina e al contempo ostinarsi a perseguire la propria, personale, a mano armata.
    È umano anche trasmettere ai propri figli un rancore ultracentenario, educarli a proteggersi da una guerra che non li riguarda, con la consapevolezza che l'altra parte farà lo stesso e col dubbio di restare vivi e poterli cautelare fino al giorno dopo.
    Deresponsabilizzarsi da una gestione disastrosa del conflitto più grande di quanto si potesse gestire, per l'Inghilterra, dev'essere stato umano. Il tacito consenso nell'autodifesa degli israeliani, che rese carta straccia i confini sanciti dal comitato Onu, non venne certo considerato inumano da chi aveva fresca la memoria e il senso di colpa della shoah.
    Umano (sempre antropologicamente parlando) è anche ignorare tutto questo, limitarsi a consolare il figlio occidentale che ha perso il cane e proteggerlo dalle follie del mondo. Non molto diverso è l'opposto: la morbosità nell'interessarsi della morte e delle disgrazie altrui (ci fa sentire biologicamente più preparati a salvaguardarci in caso ci accada lo stesso).
    Umano è sentirsi di condannare i missili di una realtà lontana, mentre ti lamenti del campanile del cazzo che ti suona a cento metri dall'orecchio, per l'appagamento nel sentirsi migliori del resto del mondo.

    Ma poi è normale (se non d'obbligo) chiedersi se sia davvero questa gran cosa, l'umanità.

    Inumano (perché certamente non derivante da retaggi evolutivi e conservativi della specie umana) è rassegnarsi al fatto che la pace incondizionata significherà ingiustizia da entrambe le parti e che in quanto tale andrà accettata; così come inumano è sfidare quotidianamente situazioni geopolitiche immensamente più influenti della propria opinione, combattere verità scomode talmente nascoste da dubitare persino della loro esistenza. Anche attraverso le iniziative più insignificanti.
    Una di queste è stato il lavoro di insegnanti e studenti, israeliani e palestinesi, nel redigere e adottare un seppur breve testo scolastico "La storia dell'altro", che descrive diversi capitoli del conflitto israelo-arabo/palestinese nella visione e nelle cronache di entrambe le parti. Chi ha interessi nel continuare una guerra senza senso, che siano gli estremisti di entrambe le parti oppure il sistema del bipolarismo-economico, ha tutto l'interesse nel coinvolgervi le nuove generazioni, com'è sempre stato, ciclicamente (per questo alcuni attacchi non risparmiano nemmeno vittime infantili).
    Tutto questo per dire che (penso) bisognerebbe pretendere uno sforzo umanitario, forzando le persone a una visione cinica ma collettiva, piuttosto che umanamente comprensiva ma radicata nel singolo.
     
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    "Ma il fatto che siano diventati carnefici gli (una parte di) ebrei, che più di ogni altro hanno una cultura di non aggressione e, anzi, di sopportazione e pazienza, mi toglie ogni speranza."

    Ennedineve, sei sicura?
    Da quando lo stato d'Israele è stato fondato, non hanno fatto altro che dichiarare guerre.

    Poi ci sarà anche una cavolo di ragione se in oltre 2000 anni di storia, agli ebrei non li ha mai sopportati nessuno.


    Sulla frase di ank, di base sono d'accordo. Spesso la vittima diventa carnefice appena ne ha la possibilità. Ma farei una distinzione tra macrosistemi e piccoli. Perché vengono influenzati da sfere diverse. Oltre ad avere sviluppi difformi. Non fosse altro che nel microsistema è il singolo che reagisce in base alle proprie pulsioni, nel macro succede qualcosa di diverso, che non so definire in breve, ma è simile a un branco di cani che, senza nessuna apparente motivazione, sbrana uno degli altri.
     
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  4. anK
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    Mah, in breve lo definirei con Isteria di massa, o Isteria delle folle.

    Fatto sta che ogni essere umano è potenzialmente carnefice anche senza essere vittima. Mi riferisco agli esperimenti degli anni '70, dove gruppi di studenti venivano divisi in guardie e carcerieri, dando assoluta libertà di azione. Dopo periodi relativamente brevi, scattavano le atrocità.
    Per non parlare di quell'esperimento ("dei" dovrei dire, sono tanti, tutti con esito simile) dove un gruppo doveva rispondere a domande impossibili e un altro era preposto a impartire scosse elettriche a chi rispondeva male. Con l'aumentare del test, aumentavano le scosse. Le scosse non c'erano sul serio, infatti quelli che (non) rispondevano alle domande erano attori professionisti, che fingevano strazio.
    A chi impartiva le presunte scosse, veniva detto di continuare, che era per il bene dell'esperimento e della scienza. Continuavano. Poi furono informati che le scosse diventavano potenzialmente mortali, ma che gli altri avevano firmato carte, accettando il rischio.

    Alcuni lasciarono perdere. Gli altri continuarono ancora.

    Poi ne furono riproposti altri simili, il capostipide comunque è l'esperimento Milgram, del '61.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram
     
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  5. ennedineve
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 14:56) 
    "Ma il fatto che siano diventati carnefici gli (una parte di) ebrei, che più di ogni altro hanno una cultura di non aggressione e, anzi, di sopportazione e pazienza, mi toglie ogni speranza."

    Ennedineve, sei sicura?

    Sì. Nella Torah (la Legge) c'è scritto esplicitamente che il popolo ebraico deve sopportare l'esilio e rispettare le leggi del paese in cui abitano, senza mai cercare di riconquistare Gerusalemme. L'esilio è una punizione voluta da dio, e come tale va accettata.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 14:56) 
    Poi ci sarà anche una cavolo di ragione se in oltre 2000 anni di storia, agli ebrei non li ha mai sopportati nessuno.

    Magari a causa del famoso antisemitismo?
    Gli ebrei sono sempre stati totalmente invisibili finché non si manifestava qualche crisi. A quel punto diventavano il capro espiatorio (prima come uccisori di cristo, poi in quanto banchieri, ecc.) e i vicini di casa tanto educati che fino a ieri ti stavano pure simpatici, improvvisamente - identificati come ebrei - diventano il nemico. Ebrei o non ebrei, la discriminazione non è mai a causa di chi la subisce.
     
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    Ma la frase "Isteria di massa" non significa nulla. Attenzione, non sto dicendo che non sia vero che una folla, o un popolo, siano capaci di atti di crudeltà. E di esempi ce ne sono molti nella storia, senza prendere ad esempio gli esperimenti. Il Nazismo. Il Comunismo. Lo Schiavismo. Per citare i migliori. Ma la frase "Isteria di massa" è comunque imperfetta, non spiega nulla.
    Cosa avviene nella mente delle persone, perché si arrivi a far del male così, non è chiaro. Ci prova Hannah Arendt, con la Banalità del male. Ma anche la sua risposta è lacunosa e insoddisfacente.
    Ed è per questo, che credo che chi ci abbia visto giusto è, come ho scritto nel post precedente, proprio Biante. Con tutte e tre le possibili interpretazione unite e fuse in una interpretazione ontologica dell'essere umano.

    Ennedineve, lascia perdere quello che è scritto nella Torah. La religione o la filosofia di un popolo, può anche essere casta e pura e piena di buoni propositi, ma se sono 60 anni che buttano missili su bambini, e il loro stato da un fazzoletto di terra è diventato 1000 volte più grande, non mi puoi dire che non sono aggressivi.

    E poi con 'sta storia dell'antisemitismo ci hanno marciato e manciato per anni. Non gli si può dire nulla, che vieni accusato di antisemitismo. L'altro giorno, per esempio, uno scrittore anche abbastanza famoso ha scritto che "non è una guerra" intendo che fosse un massacro. Lo hanno insultato come se fosse stato Hitler. Dici che la discriminazione non è mai di chi la subisce, ma io non ne sono sicuro. Non in generale. Non nel caso degli ebrei. Non ci credo che tutti i popoli, dai babilonesi, agli egizi, ai russi, ai tedeschi, ai cinesi, agli arabi, odino gli ebrei solo perché ebrei. Mi viene più facile credere che gli ebrei, da sempre, si sono comportati come una setta, una setta che si aiutava tra di loro e non si mischiava con gli altri. Come un organismo parassitario si insinuava negli altri stati, tra le altre popolazioni, e ne rubava (inteso non in senso negativo) le ricchezze, anche perché, fondamentalmente più abili e intelligenti come mercanti. E alla fine, dopo un po', ci si ribella. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose.

    Con questo non intendo giustificare l'olocausto, né attenuarne le colpe. Solo cercare una spiegazione razionale. Perché io non credo alla magia e alla pazzia totale di un popolo. E vorrei che la piantassero, gli ebrei, di uccidere bambini e difendendosi con, "abbiamo subito il crimine più orrendo del mondo".
     
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  7. anK
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Dici che la discriminazione non è mai di chi la subisce, ma io non ne sono sicuro. Non in generale. Non nel caso degli ebrei. Non ci credo che tutti i popoli, dai babilonesi, agli egizi, ai russi, ai tedeschi, ai cinesi, agli arabi, odino gli ebrei solo perché ebrei. Mi viene più facile credere che gli ebrei, da sempre, si sono comportati come una setta, una setta che si aiutava tra di loro e non si mischiava con gli altri. Come un organismo parassitario si insinuava negli altri stati, tra le altre popolazioni, e ne rubava (inteso non in senso negativo) le ricchezze, anche perché, fondamentalmente più abili e intelligenti come mercanti. E alla fine, dopo un po', ci si ribella. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose.

    Con questo non intendo giustificare l'olocausto, né attenuarne le colpe. Solo cercare una spiegazione razionale. Perché io non credo alla magia e alla pazzia totale di un popolo. E vorrei che la piantassero, gli ebrei, di uccidere bambini e difendendosi con, "abbiamo subito il crimine più orrendo del mondo".

    La parte in grassetto mi pare un filino iperbolica. Oggi il procedimento retorico è:

    - accusare gli ebrei di piagnoneria;
    - evidenziare come non si possa dire nulla di anti-ebraico senza risultare antisemiti (restrizione della libertà di pensiero);
    - quindi giocarsi l'asso di briscola (cit. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose).
    - fare una concessione all'interlocutore o all'uditorio, dicendo che non si vuole giustificare l'Olocausto.
    - concludere sottolineando la cattiveria degli ebrei.

    I tuoi presupposti non sono quelli che possono portare al dialogo o alla pace. C'è necessità di equidistanza. Di non generalizzare sulle razze ma sull'umanità, visto che comunque le generalizzazioni servono. Io ho avuto sia amici ebrei che palestinesi. Dai tuoi discorsi si evince che tu non vorresti essere amico di un ebreo.

    L'Isteria di massa, è una condizione dimostrata. Non spiega le cause della suddetta isteria, ma indica una condizione, semplicemente.
    Se i tedeschi hanno ucciso sei milioni di persone non per follia (o isteria), ma per liberarsi da "parassiti", allora direi che la loro posizione si aggrava.
     
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    Io non devo portare né dialogo né alla pace. Ho già espresso come la penso a proposito della fine della guerra, e credo che faccia troppo comodo che duri, e per molto.
    Inoltre, non ho mai negato che esista l'Isteria di massa, ma ho detto che come spiegazione, è un concetto lacunoso, vuoto, che non spiega nulla. Se sei in grado di spiegarla, spiegala, ma limitarsi a dire "è un concetto ampiamente dimostrato" è tautologico e incongruente, perché, ripeto, io non l'ho negata.
    Sugli ebrei, non ho nessun motivo per non far amicizia con un ebreo, ma non solo sono libero, ho anche il dovere morale di condannare la politica estera dello stato di Israele e definirlo assassino, così come dire che hanno sfruttato per ragioni personali la tragedia dell'olocausto. Al mio paese si chiama mercificazione del dolore. Tu puoi pensarla diversamente, è sacrosanto, ma non puoi attribuirmi derivazioni di pensiero antisemtite da questa frase.
    Se davvero avessero intenzione di sgominare Hamas, Israele poteva mandare l'esercito e i servizi segreti a prenderli uno ad uno, lanciare le bombe e uccidere bambini, è da vigliacchi e assassini. E se queste due parole danno fastidio, dovrebbero smetterla di lanciare missili, non accusare di antisemitismo chi descrive la verità.
    Sulla parte storica, posso anche concedere di essere stato un po' sbrigativo, ma sfido chiunque a confutare quello che ho detto con fatti e documenti storici.

    Poi una curiosità, che non c'entra nulla. Chissà come mai, ogni volta che c'è una discussione su un tema, io sono l'unico che non ha amici in comune con il tema. Si parla di gay, e tutti hanno amici gay. Si parla di neri, e tutti hanno amici neri. Si parla di ebrei e palestinesi, e tutti...
     
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  9. ennedineve
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Ennedineve, lascia perdere quello che è scritto nella Torah. La religione o la filosofia di un popolo, può anche essere casta e pura e piena di buoni propositi, ma se sono 60 anni che buttano missili su bambini, e il loro stato da un fazzoletto di terra è diventato 1000 volte più grande, non mi puoi dire che non sono aggressivi.

    Non ho mai detto che il sionismo non sia aggressivo, ho detto che se gli ebrei sono riusciti a diventare sionisti (cioè a creare un'occupazione militare su base etnica che prevede lo sterminio e/o la deportazione di massa dei cittadini non ebrei), pur partendo da una religione che gli imponeva l'esatto contrario, vuol dire che non c'è cultura che tenga.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    E poi con 'sta storia dell'antisemitismo ci hanno marciato e manciato per anni. Non gli si può dire nulla, che vieni accusato di antisemitismo.

    Senza dubbio Israele ci marcia, ma questo non significa che non esista o che non sia esistito.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Dici che la discriminazione non è mai di chi la subisce, ma io non ne sono sicuro. Non in generale. Non nel caso degli ebrei. Non ci credo che tutti i popoli, dai babilonesi, agli egizi, ai russi, ai tedeschi, ai cinesi, agli arabi, odino gli ebrei solo perché ebrei. Mi viene più facile credere che gli ebrei, da sempre, si sono comportati come una setta, una setta che si aiutava tra di loro e non si mischiava con gli altri. Come un organismo parassitario si insinuava negli altri stati, tra le altre popolazioni, e ne rubava (inteso non in senso negativo) le ricchezze, anche perché, fondamentalmente più abili e intelligenti come mercanti. E alla fine, dopo un po', ci si ribella. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose.

    Ma guarda che gli ebrei si sono sempre mischiati con la popolazione locale. Per dire, io ho un cognome ebraico ereditato da chissà quale antenato ebreo evidentemente non praticante (che infatti si è perso nella memoria). Non hanno mai cercato di convertire nessuno, quindi in questo si può dire che sono un gruppo relativamente chiuso, ma a me pare un punto a loro favore. La discriminazione poi rinforza se stessa. Messi in condizioni di non poter possedere terre (che all'epoca erano la ricchezza principale), sono diventati mercanti, e in quanto mercanti hanno iniziato a essere mal visti dalla popolazione perché benestanti. Insomma, è un circolo vizioso.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Con questo non intendo giustificare l'olocausto, né attenuarne le colpe. Solo cercare una spiegazione razionale. Perché io non credo alla magia e alla pazzia totale di un popolo. E vorrei che la piantassero, gli ebrei, di uccidere bambini e difendendosi con, "abbiamo subito il crimine più orrendo del mondo".

    Certo, e io non sto in nessun modo cercando di sminuire la gravità di quello che Israele sta facendo ai palestinesi, ma israeliani, sionisti ed ebrei non sono sinonimi, e credo che per indebolire Israele si debba anche combattere l'antisionismo, in modo da, prima di tutto, non offrire ai sionisti l'appiglio di questa giustificazione, e in secondo luogo, rendere il resto del mondo un luogo sicuro per gli ebrei (come per chiunque altro, ovviamente), in modo che l'idea di una terra sicura tutta loro sia meno invitante.
    La retorica del "siamo circondati dai nemici" è ancora lo strumento numero uno della propaganda sionista, come racconta questa ebrea italiana trasferitasi da bambina in Israele:
    www.anpi.it/media/uploads/patria/20...-israeliani.pdf

    CITAZIONE (anK @ 15/7/2014, 16:35) 
    La parte in grassetto mi pare un filino iperbolica. Oggi il procedimento retorico è:

    - accusare gli ebrei di piagnoneria;
    - evidenziare come non si possa dire nulla di anti-ebraico senza risultare antisemiti (restrizione della libertà di pensiero);
    - quindi giocarsi l'asso di briscola (cit. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose).
    - fare una concessione all'interlocutore o all'uditorio, dicendo che non si vuole giustificare l'Olocausto.
    - concludere sottolineando la cattiveria degli ebrei.

    I tuoi presupposti non sono quelli che possono portare al dialogo o alla pace. C'è necessità di equidistanza. Di non generalizzare sulle razze ma sull'umanità, visto che comunque le generalizzazioni servono. Io ho avuto sia amici ebrei che palestinesi. Dai tuoi discorsi si evince che tu non vorresti essere amico di un ebreo.

    Sottoscrivo. Come dicevo sopra, per me contrastare il sionismo va di pari passo con il contrastare l'antisemitismo (e l'islamofobia, ovviamente).

    Edited by ennedineve - 15/7/2014, 17:09
     
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    Ennedineve, credo in realtà che la pensiamo in maniera abbastanza simile, seppur con qualche minima differenza.
    Ciò che realmente ha creato una divergenza è il tono. Il mio è stato un po' aggressivo.
    Vedere le foto di bimbi di tre/quattro anni con arti amputati, con il cranio mezzo saltato e svuotato, i genitori che li portavano in braccio e non accettavano - e come cazzo si fa - l'idea della morte di quei piccoletti, mi ha messo dentro un malessere che francamente non riesco a controllare come vorrei.
     
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  11. Mefy
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    CITAZIONE (anK @ 15/7/2014, 15:36)
    Alcuni lasciarono perdere. Gli altri continuarono ancora.

    La deresponsabilizzazione (lo scienziato nell'esperimento che ti dice che è per il bene comune, il superiore in grado che ti dà un ordine, il politico che ti spiega che pochi innocenti sono nulla in confronto alla lotta al terrorismo) è un'arma potente e abilmente usata.
    Ma questo non vuol dire che sia imbattibile. Cosa sarebbe successo se, nell'esperimento delle scosse, accanto allo scienziato che spiega del bene comune ci fosse stato un "grillo parlante" che invece ribatteva che, magari, dare scosse non era il modo migliore per educare?
    Questo è come intendo la volontà di informazione espressa da LullalleraH all'inizio del topic, ed è come intendo questo topic in generale: parlare di queste cose, esplicare il punto di vista dei due schieramenti, proporre soluzioni alternative.

    Ci sono israeliani contrari alla politica di Israele, magari (vedendo i risultati elettorali) non sono la maggioranza della popolazione ma se loro la pensano diversamente è anche perchè hanno provato a fare ciò che stiamo facendo noi: si sono informati, hanno provato empatia e, infine, cercato soluzioni diverse.

    Probabilmente sono un caso più disperato di Lullè, ma anch'io sono speranzosa.


    E vi chiedo: voi come risolvereste il conflitto Israelo-Palestinese?
    [Se vi va di rispondere, mi piacerebbe leggere soluzioni politiche, ragionate e spiegate. Anche soluzioni utopiche.]


    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Mi viene più facile credere che gli ebrei, da sempre, si sono comportati come una setta, una setta che si aiutava tra di loro e non si mischiava con gli altri.

    Gli Erasmus tendono a non mischiarsi (non troppo) con la popolazione locale. Spesso girano fra loro, gli vengono organizzate feste apposite (i famosi Erasmus party). Il linguaggio imparato dagli erasmus non è quasi mai puro, ma spesso imperfetto, contaminato dagli errori grammaticali e di sintassi degli altri erasmus. Gli Erasmus hanno l'abitudine, frequentando prettamente solo Erasmus, di intrecciare relazioni amorose fra loro.
    Oh, dimenticavo, gli Erasmus, anche se spendono nel paese ospite, non producono, perchè non lavorano, si limitano a gozzovigliare e studiare, quando se ne ricordano.

    Gli Amish sono una popolazione religiosa molto chiusa e restìa al contatto con l'esterno. Le maggiori popolazioni Amish sono presenti negli U.S.A. eppure parlano tradizionalmente un dialetto tedesco (wikipedia). Anche loro, non si sposano con non Amish, non si confondono con non Amish, non producono (se non all'interno della loro stretta comunità).

    Gli immigrati tendono a rimanere con gli immigrati. Ci sono esempi (alcuni molto famosi) di quartieri cinesi, arabi, turchi, italiani, etc, in quasi ogni grande città. Si potrebbe pensare che molti di loro rubino ricchezze perchè, molto spesso, ciò che guadagnano lo spediscono nel paese di origine anzichè reinvestirlo, spendendolo, nel paese ospite. Anche loro hanno differenze linguistiche e culturali che li allontanano dalla popolazione locale.

    Esempi di "settarismo" ce n'è a iosa. Umano è riunirsi coi simili, umano è diffidare del diverso.
    La spiegazione razionale alla discriminazione e al successivo attacco contro gli Ebrei è prettamente politica. Quando decideranno che puntare il dito contro gli Erasmus o contro gli Amish sarà una buona mossa politica ci ritroveremo anche a parlare di quanto sono settari questi Erasmus che, dai, potrebbero anche fare più amicizia con la popolazione locale, almeno imparare la lingua per bene anzichè parlare in quel modo arraffazzonato! Suvvia!
     
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  12. anK
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:50) 
    Eh?

    Io non devo portare né dialogo né alla pace. Ho già espresso come la penso a proposito della fine della guerra, e credo che faccia troppo comodo che duri, e per molto.
    Inoltre, non ho mai negato che esista l'Isteria di massa, ma ho detto che come spiegazione, è un concetto lacunoso, vuoto, che non spiega nulla. Se sei in grado di spiegarla, spiegala, ma limitarsi a dire "è un concetto ampiamente dimostrato" è tautologico e incongruente, perché, ripeto, io non l'ho negata.
    Sugli ebrei, non ho nessun motivo per non far amicizia con un ebreo, ma non solo sono libero, ho anche il dovere morale di condannare la politica estera dello stato di Israele e definirlo assassino, così come dire che hanno sfruttato per ragioni personali la tragedia dell'olocausto. Al mio paese si chiama mercificazione del dolore. Tu puoi pensarla diversamente, è sacrosanto, ma non puoi attribuirmi derivazioni di pensiero antisemtite da questa frase.
    Se davvero avessero intenzione di sgominare Hamas, Israele poteva mandare l'esercito e i servizi segreti a prenderli uno ad uno, lanciare le bombe e uccidere bambini, è da vigliacchi e assassini. E se queste due parole danno fastidio, dovrebbero smetterla di lanciare missili, non accusare di antisemitismo chi descrive la verità.
    Sulla parte storica, posso anche concedere di essere stato un po' sbrigativo, ma sfido chiunque a confutare quello che ho detto con fatti e documenti storici.

    Poi una curiosità, che non c'entra nulla. Chissà come mai, ogni volta che c'è una discussione su un tema, io sono l'unico che non ha amici in comune con il tema. Si parla di gay, e tutti hanno amici gay. Si parla di neri, e tutti hanno amici neri. Si parla di ebrei e palestinesi, e tutti...

    Si vede che i tuoi amici sono tutti omologabili a te. Sarà pure un tuo diritto.

    Comunque, andando per proposizioni.

    a) I nazisti consideravano gli ebrei nocivi (parassiti hai detto).

    b) Eliminare i parassiti (se si è in posizione di forza ovviamente), è lecito. (Tuo pensiero, non mio)

    c) Gli israeliani considerano i palestinesi nocivi.

    Scrivi tu la proposizione logica d) mancante.

    Comunque Sigfried, a me importa poco dell'Olocausto, delle bombe e pure dei bambini palestinesi. Quindi amen. Non credere che io sia un paladino di nulla.
    Ho detto amici, ma era meglio dire "conoscenti", di amici ne ho pochi.

    Dimenticavo:

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:50) 
    Eh?

    Io non devo portare né dialogo né alla pace.

    E allora come proponi di salvarli i bambini maciullati che citi? Temo sia l'unico mezzo, per quanto possa risultare quello meno praticabile. Il dialogo è utopia.
     
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  13. ennedineve
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 17:07) 
    Ennedineve, credo in realtà che la pensiamo in maniera abbastanza simile, seppur con qualche minima differenza.
    Ciò che realmente ha creato una divergenza è il tono. Il mio è stato un po' aggressivo.
    Vedere le foto di bimbi di tre/quattro anni con arti amputati, con il cranio mezzo saltato e svuotato, i genitori che li portavano in braccio e non accettavano - e come cazzo si fa - l'idea della morte di quei piccoletti, mi ha messo dentro un malessere che francamente non riesco a controllare come vorrei.

    Certo, ti capisco. Io ho passato tre giorni di umore nero, da quando sono andata alla manifestazione pro-palestina e ho toccato con mano la differenza tra i due gruppi di sostenitori. Credo però che, in quanto persone non direttamente coinvolte, abbiamo il dovere di mantenere un grado di lucidità tale da non cadere in reazioni di pancia che di certo non aiutano le trattative di pace.
    Le politiche di Israele sono di occupazione militare, uso di armi proibite, violazione delle convenzioni internazionali, apartheid, ma non vanno confuse con l'ebraismo. Ci sono moltissimi ebrei, anche israeliani, che condannano queste pratiche tanto quanto le condanniamo noi.
    Allo stesso modo, Hamas è un gruppo terroristico che diventa sempre più forte proporzionalmente alla violenza dell'occupazione israeliana e certo non aiuta la causa palestinese. Ma come non tutti gli ebrei sono sionisti, non tutti i palestinesi appoggiano Hamas, anzi.
    Insomma, quello che voglio dire è che pur essendo scioccante assistere a un genocidio appoggiato da gran parte dell'occidente e per lo più non ostacolato dagli stati arabi, dobbiamo cercare di essere il più possibile obiettivi.
     
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    Che tu l'abbia presa sul personale, e insulti invece di difendere le tue affermazioni con arogmenti (che evidentemente ti mancano) mi fa solo pensare di aver sprecato tempo. La colpa è mia, non preoccuparti. Ma non avverrà più che ti prenda in considerazione.

    Sai ennedineve, hai ragione quando dici di essere obbiettivi, e rimanere lucidi.
    Ma il punto è che mi manca completamente la speranza che sia le mie parole o azioni, qualunque cosa possa dire o fare, sia le azioni e parole di un qualunque gruppo anche molto numeroso, possa servire a qualcosa.
    Lo scoramento più grande mi ammorba.

    Mi sento come gli indigeni dei caraibi quando sentono che sopraggiunge un uragano. Sai cosa fanno? Si urbiacano. Perché dicono: non c'è niente di più sensato da fare.

    Siamo impotenti.
     
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  15. ennedineve
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    Lo so, è esattamente come mi sento io. Ma credo che lasciarsi andare a giudizi superficiali e razzisti (gli ebrei/gli arabi sono bestie - generalizzo, eh, non sto dicendo che tu la pensi così) non faccia che peggiorare le cose. E per quanto mi riguarda, se c'è qualcosa di peggio che sentirsi impotenti e sentirsi responsabili/conniventi.
    Non c'è boicottaggio che tenga, finché gli USA continueranno a finanziare ampiamente Israele e l'Europa continueranno ad appoggiarlo più o meno apertamente. Il massimo che possiamo fare, temo, è informarci e informare. Ma dobbiamo farlo il più criticamente possibile.
     
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