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  1. ennedineve
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    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Ennedineve, lascia perdere quello che è scritto nella Torah. La religione o la filosofia di un popolo, può anche essere casta e pura e piena di buoni propositi, ma se sono 60 anni che buttano missili su bambini, e il loro stato da un fazzoletto di terra è diventato 1000 volte più grande, non mi puoi dire che non sono aggressivi.

    Non ho mai detto che il sionismo non sia aggressivo, ho detto che se gli ebrei sono riusciti a diventare sionisti (cioè a creare un'occupazione militare su base etnica che prevede lo sterminio e/o la deportazione di massa dei cittadini non ebrei), pur partendo da una religione che gli imponeva l'esatto contrario, vuol dire che non c'è cultura che tenga.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    E poi con 'sta storia dell'antisemitismo ci hanno marciato e manciato per anni. Non gli si può dire nulla, che vieni accusato di antisemitismo.

    Senza dubbio Israele ci marcia, ma questo non significa che non esista o che non sia esistito.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Dici che la discriminazione non è mai di chi la subisce, ma io non ne sono sicuro. Non in generale. Non nel caso degli ebrei. Non ci credo che tutti i popoli, dai babilonesi, agli egizi, ai russi, ai tedeschi, ai cinesi, agli arabi, odino gli ebrei solo perché ebrei. Mi viene più facile credere che gli ebrei, da sempre, si sono comportati come una setta, una setta che si aiutava tra di loro e non si mischiava con gli altri. Come un organismo parassitario si insinuava negli altri stati, tra le altre popolazioni, e ne rubava (inteso non in senso negativo) le ricchezze, anche perché, fondamentalmente più abili e intelligenti come mercanti. E alla fine, dopo un po', ci si ribella. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose.

    Ma guarda che gli ebrei si sono sempre mischiati con la popolazione locale. Per dire, io ho un cognome ebraico ereditato da chissà quale antenato ebreo evidentemente non praticante (che infatti si è perso nella memoria). Non hanno mai cercato di convertire nessuno, quindi in questo si può dire che sono un gruppo relativamente chiuso, ma a me pare un punto a loro favore. La discriminazione poi rinforza se stessa. Messi in condizioni di non poter possedere terre (che all'epoca erano la ricchezza principale), sono diventati mercanti, e in quanto mercanti hanno iniziato a essere mal visti dalla popolazione perché benestanti. Insomma, è un circolo vizioso.

    CITAZIONE (sigfried @ 15/7/2014, 16:14) 
    Con questo non intendo giustificare l'olocausto, né attenuarne le colpe. Solo cercare una spiegazione razionale. Perché io non credo alla magia e alla pazzia totale di un popolo. E vorrei che la piantassero, gli ebrei, di uccidere bambini e difendendosi con, "abbiamo subito il crimine più orrendo del mondo".

    Certo, e io non sto in nessun modo cercando di sminuire la gravità di quello che Israele sta facendo ai palestinesi, ma israeliani, sionisti ed ebrei non sono sinonimi, e credo che per indebolire Israele si debba anche combattere l'antisionismo, in modo da, prima di tutto, non offrire ai sionisti l'appiglio di questa giustificazione, e in secondo luogo, rendere il resto del mondo un luogo sicuro per gli ebrei (come per chiunque altro, ovviamente), in modo che l'idea di una terra sicura tutta loro sia meno invitante.
    La retorica del "siamo circondati dai nemici" è ancora lo strumento numero uno della propaganda sionista, come racconta questa ebrea italiana trasferitasi da bambina in Israele:
    www.anpi.it/media/uploads/patria/20...-israeliani.pdf

    CITAZIONE (anK @ 15/7/2014, 16:35) 
    La parte in grassetto mi pare un filino iperbolica. Oggi il procedimento retorico è:

    - accusare gli ebrei di piagnoneria;
    - evidenziare come non si possa dire nulla di anti-ebraico senza risultare antisemiti (restrizione della libertà di pensiero);
    - quindi giocarsi l'asso di briscola (cit. Persino le piante uccidono i parassiti rilasciando spore velenose).
    - fare una concessione all'interlocutore o all'uditorio, dicendo che non si vuole giustificare l'Olocausto.
    - concludere sottolineando la cattiveria degli ebrei.

    I tuoi presupposti non sono quelli che possono portare al dialogo o alla pace. C'è necessità di equidistanza. Di non generalizzare sulle razze ma sull'umanità, visto che comunque le generalizzazioni servono. Io ho avuto sia amici ebrei che palestinesi. Dai tuoi discorsi si evince che tu non vorresti essere amico di un ebreo.

    Sottoscrivo. Come dicevo sopra, per me contrastare il sionismo va di pari passo con il contrastare l'antisemitismo (e l'islamofobia, ovviamente).

    Edited by ennedineve - 15/7/2014, 17:09
     
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