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  1. kado'
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    Attorney at lawl

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    Il fatto è che la natura dell'essere e il sentimento di solidaria comprensione sono entrambi seguiti (o talvolta sostituiti) dall'attributo "umano".
    E se si accosta il verbo "stay", restare, antropologicamente e storicamente, è ovviamente il primo dei due concetti quello che risulta più calzante.

    Trovo decisamente umano generalizzare tra palestinesi anti-semiti e non fondamentalisti, o tra israeliani neosionisti e non: non si trova il tempo di guardare al diverso (e distinguere amici-nemici-indifferenti) quando devi proteggere la famiglia dalla tua stessa abitazione -prossima al collasso.
    Così come dovrebbe essere umana la contraddizione nel credere in una giustizia divina e al contempo ostinarsi a perseguire la propria, personale, a mano armata.
    È umano anche trasmettere ai propri figli un rancore ultracentenario, educarli a proteggersi da una guerra che non li riguarda, con la consapevolezza che l'altra parte farà lo stesso e col dubbio di restare vivi e poterli cautelare fino al giorno dopo.
    Deresponsabilizzarsi da una gestione disastrosa del conflitto più grande di quanto si potesse gestire, per l'Inghilterra, dev'essere stato umano. Il tacito consenso nell'autodifesa degli israeliani, che rese carta straccia i confini sanciti dal comitato Onu, non venne certo considerato inumano da chi aveva fresca la memoria e il senso di colpa della shoah.
    Umano (sempre antropologicamente parlando) è anche ignorare tutto questo, limitarsi a consolare il figlio occidentale che ha perso il cane e proteggerlo dalle follie del mondo. Non molto diverso è l'opposto: la morbosità nell'interessarsi della morte e delle disgrazie altrui (ci fa sentire biologicamente più preparati a salvaguardarci in caso ci accada lo stesso).
    Umano è sentirsi di condannare i missili di una realtà lontana, mentre ti lamenti del campanile del cazzo che ti suona a cento metri dall'orecchio, per l'appagamento nel sentirsi migliori del resto del mondo.

    Ma poi è normale (se non d'obbligo) chiedersi se sia davvero questa gran cosa, l'umanità.

    Inumano (perché certamente non derivante da retaggi evolutivi e conservativi della specie umana) è rassegnarsi al fatto che la pace incondizionata significherà ingiustizia da entrambe le parti e che in quanto tale andrà accettata; così come inumano è sfidare quotidianamente situazioni geopolitiche immensamente più influenti della propria opinione, combattere verità scomode talmente nascoste da dubitare persino della loro esistenza. Anche attraverso le iniziative più insignificanti.
    Una di queste è stato il lavoro di insegnanti e studenti, israeliani e palestinesi, nel redigere e adottare un seppur breve testo scolastico "La storia dell'altro", che descrive diversi capitoli del conflitto israelo-arabo/palestinese nella visione e nelle cronache di entrambe le parti. Chi ha interessi nel continuare una guerra senza senso, che siano gli estremisti di entrambe le parti oppure il sistema del bipolarismo-economico, ha tutto l'interesse nel coinvolgervi le nuove generazioni, com'è sempre stato, ciclicamente (per questo alcuni attacchi non risparmiano nemmeno vittime infantili).
    Tutto questo per dire che (penso) bisognerebbe pretendere uno sforzo umanitario, forzando le persone a una visione cinica ma collettiva, piuttosto che umanamente comprensiva ma radicata nel singolo.
     
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181 replies since 13/7/2014, 23:37   1435 views
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