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Hai bevuto troppo, momo, non potevi mai capire quale fosse la mia. Che per la cronaca, è la numero 2.
In realtà Jos mi ha segato il testo, che già a sua volta era il riassunto di un racconto che scrissi anni e anni fa.
Il racconto è una storia erotica di un triangolo, tra un ragazzo e due sorelle, anche se il ragazzo non sa che sono sorelle, e non lo saprà mai. Detto così sembra una fantasia pruriginosa per fare l'amore in bagno con una mano sola, ma in realtà è una storia molto metaforica e intima. Le due sorelle sono l'Aurora, la ragazza dai capelli fulvi e i seni bianchissimi, e il Crepuscolo, la ragazza dagli occhi rossi. La scena che ho riassunto è l'amplesso iniziale tra il ragazzo (che pensa di aver fatto un sogni ubriaco e lisergico) e Aurora. Aurora, è in realtà l'immagine metaforica dell'amante, la donna che ogni uomo ha avuto nella vita e che gli ha insegnato ad amare. La promessa di piacere è tipica del nuovo giorno, ma anche di una donna che ti svela qualcosa di nuovo. Il "non ancora" è inteso proprio come un insegnamento. Ma l'Aurora, come detto, è anche l'amante, e il destino dell'amante, per quanto bella, è quello di essere scacciata, cancellata, come l'aurora è cancellata dalla luce del giorno (altre donne). E così lei, nel momento dell'addio, quando le sue rosee dita si disciolgono nel vento, dice "amami" come una triste speranza. Ma lui pensa solo all'orgasmo, al coito, al piacere, e non la sente.
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