Attentato a Parigi...

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  1. Franz~
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    Dopo aver sentito notizia dell'attentato a Parigi la prima cosa che ho fatto è stato contattare mia cugina che lavora in Francia.
    Mi ha risposto che stava bene e sono andato a dormire sereno.
    Era circa mezzanotte e ilfatto scriveva di almeno 60 morti, con attentato al Butaclan e esplosioni vicine allo stadio.
    Al mio risveglio molte tv parlavano dell'attentato, dei morti, social invasi dalla bandiera francese, tutti politologi con in mano la soluzione dei problemi.
    Anche oggi stessa tiritera, programmi tv con scoop, filmati delle sparatorie e foto di corpi.
    Ovunque l'identikit dei giovani dalle belle speranze: avvocati, scrittori, ingegneri e dell'italiana Valeria.
    A quel punto ho pensato che hanno vinto i terroristi, hanno raggiunto il loro scopo: provocare paura e terrore nella popolazione e, almeno in Italia, con le reti tv quasi unificate e social a fare da amplificatori di panico.
    Ma nessuno si chiede il perché.
    Nemmeno un folle si alzerebbe un giorno e progetterebbe attentati per causare svariati morti per rivendicarli.
    Eppure noi siamo inconsciamente responsabili di tutto questo.
    Da anni gli aerei americani e europei si alzano in volo per bombardare, Iran, Iraq, Siria, Afganistan, Tunisia, Marocco, Egitto, Libia e via dicendo.
    Da anni migliaia di persone perdono la vita, perdono gli affetti, perdono tutto sotto il peso degli interessi di pochissimi.
    C'è un articolo dell'Indipendet in cui un ragazzo racconta come in quei paesi non ci può essere un futuro perché gliel'hanno strappato.
    Emigrano in Europa, in America ma per loro è una vita in salita perché non riescono a integrarsi, non hanno gli stessi diritti degli altri e perdono per la secondo volta il futuro.
    Quando non hai una vita e non hai un futuro non si tratta nemmeno di scelte di vita ma di morte. Così non ti rimane che imbracciare la strada dell'Isis per instaurare la giustizia sociale.
    Da qualche parte l'Isis li deve pur prendere soldi per i finanziamenti, così vende petrolio "sottobanco" agli europei, con quei soldi, sempre dagli europei, acquista le armi.
    Insomma, l'Europa prima li crea, poi li alimenta.
    Esattamente come ogni uomo crea le proprie paure e le alimenta.
     
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78 replies since 14/11/2015, 01:26   1275 views
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